Vietato piangersi addosso e cercare sempre di migliorarsi“, è il suo motto

Che cos’è Vivaio per te?
Ormai è diventato la mia priorità del tempo libero. Sicuramente, in questo momento, è una delle cose che mi sta più motivando.

Come sei arrivato la prima volta in Vivaio?
E’ una storia buffa. Sono entrata per puro sbaglio. Andrea Zoppolato stava effettuando una profonda ricerca per fare un brainstorming su ragazzi stranieri. Il brief era: “come vedete Milano e che cosa vorreste avere, del vostro Paese, a Milano, e che cosa dovrebbe avrebbe, per voi, Milano, per essere la prima città al mondo”. Per motivi di privacy, avevo appena cambiato il mio nome su Facebook con un nickname straniero. Tramite amici di amici, contatti, connessioni, Andrea mi ha contattato pensando che io fossi straniera. Io gli ho spiegato di essere italiana; che quello era il mio nome finto e che avevo vissuto all’estero per anni, ma che ero disposta a partecipare perché il progetto mi pareva molto interessante. Così ci siamo incontrati, ed è stato amore a prima vista.

Qual è il tuo sogno per Milano?
E’ Milano città stato: realizzare questo progetto.

Il progetto o iniziativa di Vivaio che ti ha appassionato di più?
Mi piacciono tutti perché Vivaio è un insieme di universi che si intersecano tra di loro ed è proprio tutto questo insieme a creare Vivaio come qualcosa di speciale e magico. L’energia che si scatena durante i brainstorming, le persone, il tipo di persone che ne fanno parte, i luoghi che andiamo a visitare, i progetti che nascono, quelli che riceviamo; il gratificare le persone che stanno facendo del bene per la città. Tutto l’insieme di questi aspetti, mescolati, non si erano mai visti prima. O per lo meno: io non li avevo mai vissuti prima. Quindi: è tutto, nell’insieme, a fare di Vivaio un’esperienza speciale. Non posso dire di avere qualcosa di preferito.

La pianta o il fiore che ti rappresenta?
Il girasole.