Il mio motto è: “L’ironia è l’unità di misura che dà la giusta dimensione a tutte le cose“.

Che cos’è VIVAIO per te?
VIVAIO è per me prima di ogni altra cosa motivo di grande orgoglio. E’ molto più di un’associazione di persone visionarie e di progetti interessanti. E’ un nuovo movimento culturale che ha al centro l’amore per la propria città.

Come sei arrivato la prima volta in VIVAIO?
L’occasione è stata l’invito di un’amica ad un evento di presentazione di progetti nati in EXPOP.
Sentivo da tempo la necessità di trovare un gruppo di persone stimolanti con le quali poter discutere su idee visionarie e mi sono accorto immediatamente di essermi trovato nel posto che cercavo.

Qual è il tuo sogno per Milano?
Una città in cui tutti i cittadini sentano il dovere di fare qualcosa per rendere il posto in cui vivono ancora più bello.

Il progetto o iniziativa di VIVAIO che ti ha appassionato di più?
EXPOP (quest’anno alla quinta edizione) è l’iniziativa che più rappresenta VIVAIO e che più mi ha coinvolto.
I VIVAIO Awards sono stati tuttavia l’iniziativa di maggiore successo, al di là delle nostre aspettative.

La pianta o il fiore che ti rappresenta?
Il fior di pesco, con i suoi fiori che spuntano alla fine dell’inverno dai suoi rami scuri, ancora spogli: il risveglio di una bellezza dirompente, nutrimento per gli occhi e per il bisogno di bellezza che dopo l’inverno scalpita dentro ognuno di noi.