Il mio motto è: “La coerenza è la virtù delle menti sciocche

Che cos’è Vivaio per te?
Un bel progetto con un nome altrettanto efficace e significativo. E’ un vivaio culturale e sociale di proposte, talenti, persone, che hanno l’opportunità di conoscersi, parlarsi, confrontarsi e contaminarsi senza giudizio. L’assenza di giudizio consente di essere liberi di esprimere le proprie idee e soprattutto dà la possibilità di trovare aiuto, condivisione e rilancio per i propri progetti.

Come sei arrivato la prima volta in Vivaio?
Del tutto casualmente: fui invitato via Facebook da Andrea Zoppolato, che credo mi abbia visto in foto a una mostra di ritratti di giovani artisti milanesi. La mia inguaribile curiosità mi ha fatto accettare. Ricordo una riunione nel Vivaio, al tramonto, piena di idee, fermento ed energia. Non avevo nulla da dire, ne sono uscito con un progetto pronto per Expop. Geniale!

Qual è il tuo sogno per Milano?
Che sia libera dalla burocrazia e dalla paura che soffocano l’Italia. Il resto c’è già, bisogna solo togliere le catene e lasciare che tutto quello che esiste in città possa finalmente volare libero. A quel punto non ci ferma più nessuno.

Il progetto o l’iniziativa di Vivaio che ti ha appassionato di più? 
Nessun progetto preso singolarmente, perché ciò che davvero mi piace è come i progetti dentro al Vivaio si incontrano, crescono, si fondono, si moltiplicano nelle loro potenzialità e ne escono rigenerati. Mi piace il processo virtuoso che ogni progetto subisce, dal bozzolo alla farfalla.

La pianta o fiore che ti rappresenta?
La ginestra, di leopardiana memoria.