“Non generalizzare mai” da 40 regole per parlare bene l’italiano di Umberto Eco, è il mio motto.

Che cos’è Vivaio per te?
Vivaio è un luogo fisico oltre che un luogo dell’intelletto, del pensiero.

Come sei arrivato la prima volta in Vivaio?
Tramite una segnalazione di un amico che già partecipava alle prime cose di Vivaio, ma senza sapere cosa fosse esattamente Vivaio.

Qual è il tuo sogno per Milano?
Sogno per Milano che sia una città sempre di più a misura d’uomo. Che non sia solo una città di relazioni, incontri, business, dove sia facile relazionarsi. Milano deve creare luoghi della relazione, deve essere una grande piazza vissuta e viva.

Il progetto o iniziativa di Vivaio che ti ha appassionato di più?
La cosa che mi ha colpito di più di Vivaio sono i Vivaio Awards. E so perché è stato un successo, perché Milano ha tanti premi e riconoscimenti ma i Vivaio Awards sono un premio che viene dal basso, dalle persone.

La pianta o il fiore che ti rappresenta?
Glicine. Ha solo un difetto, dura poco. E’ la pianta più bella del mondo con il più bel colore del mondo.

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