Il mio motto? Mi piace questo, al contrario di quello vero: ‘In praetoriis lepores, in castris leones’, ovvero ‘Nel palazzo lepri, nell’accampamento leoni'”.

Che cos’è Vivaio per te?
Credo che Vivaio sia un’associazione insolitamente innovativa, con associati di alto profilo e con, oltre alla volontà di fare, anche quella di essere concreta che è nello spirito del vero milanese, di origine o di adozione.
Le persone sono di così diversa esperienza che si crea quell’ambiente giusto per fare creatività. Andrea (Zoppolato, N.d.r.) è poi l’elemento essenziale che fa da motore e permette che le cose succedano. Riesce, oltre a fare di ogni progetto un sogno, a motivare tutti noi per diventare appunto concreti che per un’associazione non è un dettaglio.

Come sei arrivato la prima volta in Vivaio?
Ho avuto la fortuna di condividere con Andrea lo spazio dei nostri uffici. Il rapporto è stato giornaliero a partire dalla mattina presto a colazione, commentando magari i giornali, ai momenti insieme in ufficio, parlando invece dei vari progetti che sono passati in questo ultimo anno.

Qual è il tuo sogno per Milano?
Io credo che Milano sia un sistema con un grande potenziale che però è bloccato nella sua crescita da elementi congelanti come la burocrazia e purtroppo anche gli interessi di terzi che preferiscono che non si sviluppi più di tanto rispetto al resto d’Italia.
Quando penso a città come Milano mi viene in mente il teorema di incompletezza di Gödel che interpreto così. Un sistema rimane bloccato su se stesso finché non interviene un qualcosa interno al sistema che non è spiegato dal sistema stesso ma che lo fa evolvere a un livello superiore. Il sistema è Milano e Vivaio è uno di quegli elementi che nascono in Milano e che possono fare scattare quella scintilla che può fare evolvere in modo virtuoso tutto il sistema. Vorrei ricordare anche Flatlandia, il romanzo di Edwin Abbot, dove si immagina un ipotetico universo bidimensionale, dove ad un certo punto si incontra un elemento tridimensionale che sconvolge gli abitanti del sistema. Ecco Milano è purtroppo chiusa nelle sue due dimensioni e ha bisogno di elementi tridimensionali che la possano fare evolvere in modo rivoluzionario all’universo superiore.

Il progetto o iniziativa di Vivaio che ti ha appassionato di più?
Io credo che Milano Città Stato sia la madre di tutti i progetti di Vivaio. Concettualmente contiene il tutto ed è l’elemento che potrà portare il sistema Milano a evolvere all’universo superiore.

La pianta o il fiore che ti rappresenta?
Mi piacerebbe essere una Aloe Barbadensis. Un pianta grassa che nella sua semplicità esteriore ha potenzialità medicinali enormi. Ne ho moltissime e le curo come figlie.

 

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