Milano – 9 settembre 2015

E’ uscito in questi giorni l’ennesimo articolo di un media straniero che parla del “rinascimento” di Milano, in questi mesi di Expo. Stavolta la città viene messa sul piedistallo da Reuters, una delle più importanti agenzie di stampa economiche al mondo, con base londinese.

La giornalista Isla Binne parla di una Milano che “non è più la sorella brutta di Firenze, Venezia e Roma” dopo “anni e anni”. E’ una rinascita vera e propria: da una parte il quartier generale di Unicredit, con gli investimenti e gli affari, dall’altra il Duomo e la Galleria, che mantengono un fascino immortale, molto apprezzato dai turisti che, per sentito dire, “pensavano a Milano come a una città esclusivamente industriale”.

Certo, nonostante le apperenze, i morsi della crisi, per Reuters, “si sono sentiti anche a Milano”: il prodotto interno lordo della Lombardia è calato di quasi il 2% dal 2008 al 2013 e la concorrenza cinese alle industrie manifatturiere ha lasciato vittime. Ma la città “ha sofferto meno di altre parti” e ha reagito in modo diverso, soprattutto rispetto alla capitale Roma, soffocata “dalla sporcizia” e dallo scandalo dell’inchiesta per mafia.

Tra i punti che hanno determinato la “nuova bellezza milanese” il turismo (+34% di visitatori dal 2009 al 2014, ancora prima di Expo), gli investimenti in capitali immobiliari (Milano ha attratto quasi il 60% dei flussi italiani nella prima parte del 2015, compresi i 900 milioni di un fondo del Qatar), e la briosità della “movida”, con “184 tra bar, ristoranti, pub e gelaterie” che hanno aperto negli ultimi 18 mesi. Poi ci sono moda e design: il recupero di zone periferiche dimenticate (fondazione Prada), Darsena riaperta (“+20% i consumi nell’area”)  il museo di Armani, i negozi del lusso.

Ed Expo: per l’assessore comunale al Commercio Franco D’Alfonso si è “in corsa” per arrivare all’obbiettivo finale di vendere “tra i 18 e i 20 milini di biglietti”. Tra meno di due mesi l’ardua sentenza.

Fonte: http://www.milanotoday.it